Sembra una domanda banale, ma non lo è.

Spesso, troppo spesso, una azienda vede la pagina social come un qualcosa di dovuto, ma non importante. Una sorta di evoluzione “giovane” del sito web, ma probabilmente poco utile.
E qua sta il primo errore.
Poi, a volte, accade che grazie alle capacità del dipendente che – togliendo tempo alla preziosissima produzione – dedica ore alla pagina (o gruppo, o profilo che sia ovviamente), questa inizi a fare numeri importanti. Numeri magari di persone che la “seguono” perchè davvero interessate. Numeri veri, per intenderci.
Basti un esempio: un mio cliente aveva lavorato alacremente alla pagina. 110k di follower, anche frutto di investimenti in “sponsorizzate”. Poi – per un errore – la pagina è andata off per tre mesi. Risultato: meno 90% del fatturato. Non sto esagerando. Il caso era particolare: un e-commerce. Ma emblematico.
E quale è stato l’errore?
Lasciare tutto in mano – dandole “carta bianca” – ad una collaboratrice, poi sparita. Con tanto di password, anche della mail inserita per il recupero dell’account.
E’ stata una battaglia: la signora diceva di aver creato la pagina nel tempo libero, nonostante la diffidenza del “capo”, di averla creata con il proprio account. Di aver fatto contenuti belli grazie alla propria creatività.
Ma, aggiungeva l’ex capo, la pagina era cresciuta soprattutto grazie ai soldi delle sponsorizzate.
Insomma, chi ha ragione? Dirlo dopo è piuttosto difficile. E se aspettiamo che lo decida un tribunale, beh, siamo in Italia: una decisione arriverà verso il 2030!
Allora, suggerisco, perchè non trattare il profilo come un asset (e lo è, credetemi, lo è)? Perchè non creare regole sin dall’inizio? Perchè si deve aprire (perdonate il termine boomer) la pagina con un account che deve restare nel dominio della azienda, perchè il dipendente o terzo non deve esser amministratore, ma semplicemente editor, perchè si devono decidere insieme le linee editoriali, ed anche le impostazioni privacy: chi può vedere, chi può condividere, chi può commentare (ricordiamoci che se si ammettono commenti, si corre il rischio di doverli tenere d’occhio, soprattutto se vengono segnalati gli immanacabili haters…).
Si deve fare tutto questo, e non solo. Perchè non è una semplice pagina. E’ un patrimonio. E come tale va trattata.

Federico Vincenzi