Lo so, la domanda è provocatoria.
Ma la risposta, lo vedrete, non lo è.
Sono avvocato e, sebbene negli ultimi anni mi sia occupato solo di tecnologie, ho un lontano background da penalista. Come tale ho passato ore, mesi in mezzo ai litigi delle persone.
Ne nascevano cause, per noi come per i civilisti.
E sapete cosa si diceva alla fine della causa?
“Ho vinto”, oppure “ho perso”. Non si diceva mai “ho avuto ragione” o torto.
Mi sono interrogato molto su questi modi di dire. Ho capito che alla fine anche una causa/litigio è una competizione, e come tale anche in essa si vince, si perde, a volte si pareggia.
Diciamocelo: senza saperlo, forse senza volerlo ammettere, viviamo come un gioco, se non nel significato divertente almeno in quello competitivo, anche i litigi. E se vinciamo, ammettiamolo pure, ci piace. Eccome. Non conosco nessuno a cui piaccia perdere. Nessuno.
Ora, questo spunto, quello della competizione e della vittoria, è uno dei tanti che mi ha ispirato la creazione di una piattaforma. Si chiama youjustice (www.youjustice.net), il social che risolve i litigi.
Si badi bene: litigi, non necessariamente cause. Youjustice non vuol togliere lavoro ai tribunali, quindi va bene anche per litigi che in un’aula non finiranno mai, come quello tra due amici che si sono contesi la ragazza, due sorelle che litigano per chi usa la macchina di famiglia, due persone che, semplicemente, hanno punti di vista diversi, senza nemmeno doverci litigare.
Ecco, quindi, “litigi”.

E come funziona? Supponiamo che voi litighiate. O che due vostri amici litighino. A questo punto vi sfidate su Youjusice (che ne dite se lo chiamiamo YJ?). E nella piattaforma prendete il nome di Optimus o Perfectus. Non comparite infatti mai col vostro nome (la sfida può esser attivata anche da un terzo che non partecipa, ma invita i due contendenti).
A questo punto il sistema manda l’invito agli utenti iscritti (che non sono avvocati, ma semplice persone – si spera – di buon senso). I primi 11 che accettano entrano in giuria- chat: anche loro non compaiono col nome o nick, ma con un nome di colore assegnato a caso.
Inizia la discussione tra Optimus, Perfectus e gli undici giurati/colori.
Poi, dopo 24 ore, si vota.
Ovviamente è un voto semplice, non è una sentenza. Non si basa sul diritto, ma sul buon senso. Non ha valore giuridico tra le parti. E’, come dicevo, l’esito di una competizione.
E, come in ogni competizione, che vinca il migliore (o chi ha ragione?).
Buon youjustice, sono sicuro che vi piacerà.
Federico Vincenzi