Sì, avete capito bene. Pubblicità ALLE cose, e non alle persone.
Ma facciamo un piccolo salto avanti. In un futuro nemmeno troppo lontano non saremo noi a decidere ed effettuare la maggior parte degli acquisti. Immaginate i nostri frigoriferi: l’ottanta per cento circa degli alimenti che li popolano sono sempre gli stessi. Idem per il tempo di consumo di essi, e spesso gli abbinamenti.
Cosa sapranno fare i frigoriferi (e faccio solo l’esempio dei frigoriferi) di domani? Capiranno cosa c’è negli scaffali (alimento, marca, quantità ecc.) , capiranno quanto ci mettiamo a consumarli, le correlazioni tra l’uso di uno e dell’altro (il burro e il latte per esempio…). Insomma: impareranno a conoscerci e, soprattutto, a prevedere quel che – in generale – vorremmo comprare in futuro. Ma non solo: lo compreranno, semplicemente ordinando online.
E qua sta il problema: da chi compreranno? Intendo dire: un frigorifero della marca X a chi inoltrerà l’ordine? A un supermercato?  A un altro? A più negozi scomponendo l’acquisto?

Si badi bene: non sarà consentito al produttore del frigorifero impostare di default l’acquisto presso un determinato fornitore. Ciò infatti violerebbe le normative antitrust, e violerebbe la libertà di acquisto dei consumatori. Così come oggi i consumatori stessi debbono esser liberi di scegliere dove e cosa comprare, lo dovranno esser anche un domani, e tale libertà non potrà esser limitata da un accordo tra industrie.
Ora, detto questo torniamo un attimo ad oggi. Voi da chi comprate? Chi vi convince? E come?
Sappiamo infatti che, al netto delle abitudini (ma il tema non è solo relegato ai frigoriferi), in ogni caso noi, sottolineo noi, “decidiamo” di comprare, decidiamo cosa comprare e dove comprare.  E lo facciamo, soprattutto, con decisioni che poco hanno a che fare con la ragione, e molto con l’emozione. Chi si occupa di marketing lo sa bene.
Ma le macchine? Forse potranno “pensare”, forse, ma di certo la leva non potrà esser quella emotiva. E allora – mettendoci nei panni dei futuri venditori – sarà necessario inventarsi tecniche per convincere il frigorifero di turno a comprare da noi.

Eccola: la pubblicità alle cose.
Ci saranno algoritmi che le macchine useranno per scegliere. E li dovremo convincere. Ovviamente dovremo usare elementi razionali, non emotivi, ma corretti: imbrogliare la macchina che compra equivale ad imbrogliare l’acquirente persona.
Insomma: qualcosa di delicato, e interessante. Convincere le macchine!
Pensate che sia un futuro lontano?
Non direi, a meno che non sappiate nemmeno cosa sia l’attività di SEO…

Federico Vincenzi

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